domingo, 28 de febrero de 2010

perché l´italia conserva tante opere d´arte?

ecco una rassegna che avevo lasciato senza pubblicare perché avevo voglia di raffinare il meo italiano di calciatore argentino :) ma adesso che la coppa del mondo s´avvicina, vorrei fare il tifo per l´ARGENTINA con questo omaggio alle interviste "macarroniche" degli sports channels:

ieri sera alla fil guadalajara (la fiera internazionale del libro di guadalajara), lo scrittore philippe daverio ci spiegò perché, dalla sua prospettiva, si conservano tante opere d´arte in italia, ciò s´intenda, in relazione ad altri paesi della europa continentale.

daverio, chi somigliava à kissinger e parlava con un accento leggermente alsaziano, ha avanzato giocosamente la teoria che, dal secolo xvi, cioè, giusto quando le arme cominciano a diventare più distruttive, l´italia s´ha conservato in base ad un patto sociale--la contrareforma--chi ha compresso la chiesa, i potessi amministrativi,l´aristocrazia ed il popolo. così, dal consiglio di trento alla seconda guerra mondiale, periodo in cui l´alemagna ha subito una scolvongente guerra di trent´anni e la francia ebbe una rivoluzione iconoclasta, i fucili in italia non sono stati utilizati che per aggiustare i conflitti amorevoli e consumare i suicidi.

ma daverio non si è sodisfato con scherzare e processe à sviluppare una ipotesi ancor più ambiziosa: egli disse che, dal comincio, gl´altri paesi della europa continentale avevano la tradizione "barbarica" del kohn(?), cioè, la centralisazione del potesse. contrariamente, l´italia aveva una tradizione repubblicana di delegazione, decentralisazione e divisione del potesse.

allora, per illustrare la differenza, daverio messe l´essempio della intolleranza degl´itliani al concetto del kohn mostrando che cesare, i borgie, i savoiardi--sono stati assassinati (ma questo può dirci più sul metodo di successione monarchica in italia che sulla intoleranza ad una forma di governo). poi accettò che l´istaurazione del kohn da carolo magno ha avuto una durezza di due generazione, ma fece notare che i nuclei di assembleisti, cioè, i cittadini stessi, mandarono ai contadini ad articolare la città. e finalmente concesse che ci sono state monarchie assolute durevole, ma raccoglie che le due monarchie più durevole del´italia, quella del papa à roma e quella del dogge in venezia, erano elettive.

io trovo la teoria di daverio piuttosto semplicista perché, alla fine, daverio...

- non considera la varietà di paesi che non si trovano nel continente europeo, e si limita a fare il paragone fra i paesi germanici e i latini

- non parla della quantità d´opere d´arte prodotte in relazione alla quantità d´opere distrutte, e si limita a parlare della quantità assoluta d´opere d´arte conservate; opere d´arte, ricordiamo, che sono riconosciute per una istituzione internazionale che ha un pregiudizio philoeuropeo (parliamo della unesco, cattivata dagli occidentali fin dal´inizio)

- confina il mondo a due tipi di paesi: sei paese germanico o sei latino

- limita le variabili al kohn ed il non-kohn

- non considera la realpolitik militare della seconda guerra mondiale: gl´aliati non hanno bombardato l´italia di mussolini per sgarbo; loro hanno, invece, annichilato la germania nazi per timore

- non considera gl´accidenti tecnologico-temporali: le arme che sono state utilizzate nella seconda guerra mondiale -che non avvene in italia per motivi della realpolitik militare degli alleati, e non per un patto interno fra gl´italiani- erano tantissime volte più distruttive che quelle che sono state utilizzate nei conflitti internazionali che si sono avvenuti nel suolo italiano per volontà dei potessi stranieri, e non per accordo dei potessi locali.

daverio è stato il migliore espositore italiano nella fil 2008; sempre divertente, profondo e acuto. ma l´italia è il paese che "conserva più opere d´arte" perché l´istituto che certifica le opere d´arte a preferenze vantaggiose, perché l´italia ha avuto la fortuna di essere ignorata per i bombers della seconda guerra mondiale, e perché le invasione serie che ha subito sono stato fatte nella premodernità.

Protejamos a la Sierra de la Laguna de la minería a cielo abierto y el uso del cianuro.
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2 comentarios:

Anónimo dijo...

Caro tlilcuauhtli momoztla, si può dire veramente che la tua conclusione é stata rifletta e studiata a profondità. Mi pare che hai ragione ad affermare che "l´Italia ha avuto la fortuna di essere ignorata per i bombers della seconda guerra mondiale", perché se non avesse stato cosi, la maggiore quantità di opere d'arte se non tutte, starebbero fate polvere, cenere, aria...
É chiaro che io non sono economista ne capisco nulla di politica, ma posso concludere che sono d'accordo con te quando dici che non é che gl´aliati hanno bombardato l´Italia di mussolini per sgarbo ma é stato un soggetto di paura, potere ed ambizione. Anche mi pare che il principale oggettivo é stato proteggere loro stessi prima che la dignità umana oppure le opere d'arte. Cioè, senza neanche considerare l'opere d'arte hanno fatto ciò che gli é paruto, non mettendo valore di nessun tipo all'arte come insinua, secondo io, Daverio . Infatti agl' aliati gli ne fregava questo soggetto qui.
Anche adesso non é raro trovare in Europa Centrale l'apprezziazione primordiale delle opere latine e a volte germaniche dimenticando o lasciando indietro quelle diverse di altre culture mondiale. Dunque non mi strana che lo facia Daverio. E questo non significa necessariamente che le latine siano migliori, ma semplicemente che gli artisti latini e germanici sono stati molto piu riconosciti rispetto dal resto. Lo spieghi chiarissimo con il "pregiudizio philoeuropeo" che limita lo sviluppo libero delle idee attraverso il tempo.
é interessate chiederti la quantità esata d' opere prodotte e quelle delle distrutte poiché profesionalmente si deve considerare per analizzare quelle conservate. L'estadistiche e investigazioni di campo sono imprescindibili in questo tema qui. Quindi Daverio non ha fatto il suo compito al cento per cento :) Tanti Auguri per questo analisi cosi scrupoloso ed interessante!! Ti v. b.

Anónimo dijo...

imparato molto